Dai racconti confusi e frammentari dei miei familiari avevo appreso che la nostra Famiglia Orlando era originaria di Fossalto, un comune della Provincia di Campobasso, Regione Molise, l’antico Sannio Pentro, il territorio dei Sanniti Pentri. Nessuno però aveva mai avuto, mantenuto o ripreso i contatti con il paese di origine. Persino mio padre non era riuscito a risalire alle proprie radici, neppure in occasione di una visita a Fossalto, con lo zio Antonio, intorno alla metà degli anni ’90, quando fu loro detto addirittura che Orlando non era un cognome tipicamente fossaltese. In effetti, appresi più tardi che il cognome Orlando era ormai scomparso da Fossalto già agli inizi degli anni ’90 del Novecento, dopo la morte dell’ultimo discendente, Giovanni Orlando, figlio di Nicola Orlando, eccellente ebanista di scuola napoletana, probabile parente.
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In mancanza di indizi e prove certe, in assenza dei miei cari ormai tutti perduti, la mia ricerca si è presentata sin dall’inizio lenta e faticosa, soprattutto perché il nostro antenato fossaltese diretto, Federigo Maria Orlando, classe 1824, aveva sposato Erasmina Caputo, figlia di Gennaro, capocomico di una compagnia teatrale itinerante (compagnia di giro), e aveva lasciato Fossalto intorno alla metà dell’Ottocento, per trasferirsi con la famiglia a Rodi Garganico, nella Provincia della Capitanata (odierna Foggia). All’inizio delle mie ricerche ignoravo del tutto questa circostanza.
Pian piano ho cominciato a realizzare che sarebbe stato difficile, ma non impossibile, riuscire a risalire fino a Fossalto, e di certo il percorso di ricerca si faceva interessante, avvincente e divertente, specie in compagnia del mio fraterno amico Marco Visca. La notizia che il mio bisnonno Federico Orlando fosse nato nel 1875 ad Alvito, in Provincia di Frosinone, allora Terra di Lavoro, mi ha incuriosito al punto che, in occasione di una data udienza presso il Tribunale di Cassino, ho approfittato per fare un sopralluogo presso il Comune di Alvito, per chiedere informazioni all’Archivio dell’Anagrafe. E con mia grande sorpresa ho trovato l’atto di nascita del mio bisnonno nei Registri dello Stato Civile dell’anno 1875, sul quale erano indicati anche i nomi e i luoghi di origine dei suoi genitori, Igino Eduardo Orlando, nato a Rodi Garganico nel 1852 e Anna Mezza, nata a Gaeta nel 1856.
Da quel momento in poi è stato per me un crescendo di scoperte ed emozioni, di congetture e riflessioni, che hanno di volta in volta accompagnato, guidato e perfezionato le mie ricerche, sempre più mirate ed efficaci, finché non mi hanno condotto prima a Rodi Garganico (luogo di origine del mio trisavolo Igino Eduardo, detto Odoardo), poi a Gaeta (luogo di origine della mia trisavola, Anna Mezza), poi a Vieste (luogo di matrimonio dei miei trisavoli), e poi ancora a Forenza di Basilicata (luogo di origine della mia quadrisavola, Fortunata Erasmina Caputo) e finalmente a Fossalto (o meglio Fossaceca), luogo di origine del mio antenato fossaltese, Federigo Maria Orlando, mio quadrisavolo.
A forza di scavare nel passato e negli archivi comunali e parrocchiali, ho potuto scoprire persinoche le tracce più lontane nel tempo indicano la presenza della nostra Famiglia Orlando, sin dalla seconda metà del Cinquecento, proprio in quel Feudo di Fossaceca, oggi Fossalto, antichissimo centro abitato di origine normanna sito nel Contado di Molise, Circondario di Castropignano, Distretto di Campobasso, Provincia di Molise del Regno delle Due Sicilie, già Regno di Napoli. La Terra di Fossaceca dovrebbe risalire al XII-XIII secolo, come testimoniava l’iscrizione “1275”, ormai illeggibile, presente sulla base dell’arco gotico del Campanile della Chiesa Madre di Santa Maria Assunta.
Da quel momento in poi mi sono dedicato ad una ricerca appassionata delle fonti storiografiche esistenti per scoprire e approfondire ogni momento della storia di Fossalto e ogni aspetto del patrimonio storico, artistico e culturale di questo straordinario centro del Medio Sannio, poi Contado di Molise,corrispondente all’odierno Molise centrale.
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Il toponimo in origine era “Fossaceca”, mentre nel XII secolo si chiamava “Santa Maria di Fossaceca” e anche “Santa Maria della Fossa“, “Fossacecca” (forse a voler indicare in loco una guarnigione armata: Fossa armata), “Piana del cece” (per le antiche coltivazioni di ceci e legumi), “Fossa del cece”, “Fossa cece”, “Fossaceca”. Questi nomi chiaramente richiamano alla mente la posizione geografica del comune, chiuso in una vallata (fossa, appunto) interrotta, la cui strada è senza uscita, come diremmo oggi. L’antico nome di Fossaceca fu poi sostituito, con Regio Decreto n. 1196 del 4 gennaio 1863, dall’attuale denominazione di Fossalto, per evitare l’omonimia con altri centri dell’Italia centrale.
Certo è che si conosce ancora poco e, soprattutto, è stato studiato e scritto ancora meno, sulle origini e sulla storia del Feudo di Fossaceca. Uno dei primi scritti interessanti relativi a Fossaceca che ho consultato per indirizzare le mie ricerche, inizialmente, è stato l’articolo “Fossalto, l’antica Fossaceca normanna”, pubblicato dall’Architetto Franco Valente, da cui ho appreso le prime sommarie informazioni sulle origini dell’abitato, nel tentativo di una sia pur modesta ricostruzione storica, che fosse di stimolo per eventuali studi storiografici più approfonditi a cura di esperti, storici locali e cultori della materia.
Cfr. Franco Valente, Fossalto L’antica Fossaceca normanna, in
http://www.francovalente.it/2010/01/02/fossalto-l%E2%80%99antica-fossaceca-normanna/
Uno studio interessante su Fossaceca, anche sotto il profilo socioculturale e divulgativo di tradizioni, usi e costumi del paese, è rappresentato invece dalla vasta opera in due volumi di Don Antonio Pizzi, parroco di Fossalto per oltre cinquant’anni, “Fossalto storia tradizioni vita paesana”.
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Ho incontrato e conosciuto personalmente entrambi gli autori, anche nel tentativo di instaurare un contatto diretto con due divulgatori appassionati del Molise e delle sue località intrise di storia millenaria.
E così, ho appreso da Valente che il documento più antico nel quale si ritrovi il nome di Fossaceca è una bolla di Anacleto II che porta la data 1130. Siamo nel periodo in cui Montecassino riacquisiva vari monasteri che sicuramente preesistevano a quella data mentre all’interno della Chiesa si consumava una lotta spietata tra vari aspiranti al soglio papale. Due personaggi in particolare caratterizzarono questo momento perché furono eletti ambedue papa nel medesimo giorno, ma da due fazioni che si contendevano il primato nell’amministrazione della chiesa: Anacleto II e Innocenzo II. Anacleto II, considerato antipapa di Innocenzo II, appena eletto si affrettò a ricambiare il sostegno ai normanni, che lo avevano appoggiato, riconoscendo a Ruggero II il Buono il titolo reale sull’Italia meridionale. In questo contesto Anacleto II si preoccupò delle sorti di quelle terre e di quelle chiese che erano appartenute ad una scomparsa diocesi di Limosano che egli in pratica rescrivebat, nel senso che la ricostituiva con un suo privilegio. Si tratta di una bolla relativa alla chiesa di S. Maria di Limosano che per un breve periodo fu sede di cattedra vescovile.
Non si conoscono altri documenti che richiamino Fossaceca fino alla metà del secolo XII quando fu compilato il Catalogo dei Baroni normanni dal quale sappiamo che il feudo era tenuto da un certo Arnaldo di Fossaceca: “Arnaldus de Fossa Ceca dixit demanium suum de Fossa Ceca esse duorum militum et augmentum eiusdem sunt milites duo. Una inter feudum et augmentum obtulit milites iiijor et servientes iiijor. Isti tenent de eodem Arnaldo.”
L’antica Fossaceca normanna, oggi Fossalto, provincia di Campobasso, Regione Molise, é il luogo di origine della mia Famiglia Orlando, presente nel Contado di Molise, già Regno di Napoli poi Regno delle Due Sicilie, sin dal 1500 con Petrus de Orlando (Notaro), Johannes Antonius de Orlando (Letterato), Sebastianus de Orlando (Notaro), Nicolaus de Orlando (Notaro), dei quali vi è traccia persino negli affreschi della cinquecentesca Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Castropignano (CB), l’antica Castrum Pineani.
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Nello Stato delle Anime della Parrocchia della Chiesa Madre di Santa Maria Assunta di Fossaceca, risalente al 1689, ho riscoperto le tracce scritte del mio primo antenato “fossaltese”, nato intorno tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, Massenzio de Orlando, Giudice Regio della Terra di Fossaceca, peraltro indicato in un atto notarile del 1641 con cui il Notaro Gian Domenico Carrelli ratificava il giuramento di Tiberio del Giudice, nuovo Feudatario di Torella del Sannio.
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Cfr. Renato Sala, Torella tra ipotesi e storia, tratto dal libro di Carmen e Wanda Conte, Torella del Sannio nei suoi antichi Capitoli, Editore Cannarsa 1993 http://www.renatosala.it/torella.html
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Con la preziosa collaborazione di Ludovica Colangelo, Assunta e Nicola Manocchio, Roberta e Mario Folchi, Tonino Colangelo, Saverio Nonno e Marco Fusaro, ho potuto ricostruire la sequenza dei discendenti in linea retta di Massenzio de Orlando, miei antenati, i quali furono Francesco Antonio (letterato, testimone all’atto dello stesso giuramento del 1641), Gioseppe Antonio (letterato), Clemente (professore di legge, fratello di Giovann’Angelo, Arciprete rurale), Francesco Nicol’Angelo (Notaro), Nicola Clemente Giustino (Notaro), Francesco Antonio Maria mio quinquisavolo (Medico chirurgo), Federigo Maria mio quadrisavolo (musicista, attore comico, pittore, scenografo e Capocomico della Compagnia di giro Orlando-Caputo), che si trasferì a Rodi Gargano intorno al 1850.
Nei secoli scorsi la Famiglia Orlando fu imparentata con le Famiglie Carrelli, Folchi, Bagnoli, Cirese, Cornacchione, Loreto, Nonno, Fusaro, Colangelo, Di Sarro, Manocchio e forse altre ancora, proprio come spesso accadeva nei centri rurali del nostro territorio.
La Famiglia Orlando di Fossalto, era estremamente sensibile all’arte e particolarmente devota a San Giovanni Battista, cui è dedicato l’altare in pietra rosacea sito nella navata sinistra della Chiesa Madre di Fossaceca, Santa Maria Assunta, eretto proprio su commissione dei fratelli Orlando e fatto costruire dall’Abate Rev. Don Gio. Angelo Orlando nel 1725, come riportato nel lavoro ciclopico di Don Antonio Pizzi, Fossalto storia tradizioni di vita paesana, in due volumi, del 2000:
“L’Altare delli Sigg. Orlando: è di juspatronato dell’Abate Rev. Don Gio. Angelo Orlando e fratelli de Orlando, da loro edificato e fondato tutto in pietra fina marmorea di color rosso, e così il suo capaltare che ha dentro un quadro nuovo (quindi circa 1700) fatto ad oglio su tela e rappresenta: La Madonna degli Angioli, S. Rocco, S. Giov. Battista e S. Francesco d’Assisi e con altre figure. Tiene il suo sepolcreto sotto a detta mensa. Ha croce e quattro candelieri in legno indorati. 1728 – Inventario della Chiesa Matrice di Fossaceca redatto su richiesta del Quartolano Mc. Venanzio Folchi dal Not. Nicola Orlando.”
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La mia famiglia non ha mai perso il legame con Fossalto, anche se il mio trisavolo Igino Edoardo (attore comico, pittore, scenografo e capocomico della Compagnia di giro Orlando-Tamberlani) è nato e vissuto a Rodi Garganico, il mio bisnonno Federico (attore comico, pittore, affreschista e fotografo) è nato ad Alvito (FR) e vissuto tra Ripabottoni (CB) e Termoli (CB), mio nonno Pietro (bancario e pittore) è nato a Ripabottoni (CB) e vissuto a Roma, infine mio padre Antonio (magistrato e pittore) è nato e vissuto a Roma.
Fossalto è uno straordinario luogo mistico dai tratti ancestrali, come lo è anche l’antichissima festa della Pagliara Maje Maje, candidata al Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità Unesco, con tracce evidenti di epoche remote e di tratturi millenari, fonte di ispirazione per il mio ciclo pittorico di paesaggi e orizzonti agro silvo pastorali, Molise a colori, con le opere che raffigurano non solo Fossalto e ma anche Ripabottoni.
Un luogo dell’anima che ha ispirato persino un grande poeta come Eugenio Cirese, studioso appassionato del dialetto molisano e dei canti popolari del Molise, al quale è intitolata la Pro Loco del Comune di Fossalto, guidata dal Presidente Marco Fusaro. La sua opera è proseguita con il grande lavoro di ricerca antropologica condotta dal figlio Alberto Mario Cirese, studioso internazionale di antropologia culturale, che ha lasciato in eredità il suo Archivio alla Città di Rieti presso la Fondazione Varrone.
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Ma Fossalto diede i natali anche ad un artista poliedrico, Giuseppe Folchi, pittore, fotografo e regista, allievo di Romeo Musa. Agli inizi del ‘900 aderisce al Futurblocco e partecipa alla “Prima Mostra Nazionale di Arte Futurista” organizzata da Filippo Tommaso Marinetti a Roma nel 1933. Fu promotore di numerose esposizioni cui parteciparono importanti artisti molisani e nazionali, tra cui Trivisonno e Guttuso.
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Per informazioni utili, notizie storiche e curiosità si rinvia:
al sito web istituzionale del comune.fossalto.cb.it guidato dal Sindaco Saverio Nonno,
al gruppo Facebook “Gente di Fossalto” curato da Francesca Carrelli,
e sulla pagina facebook della Pagliara Maje Maje,
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