Farnesina

Immaginario

Mostra personale permanente presso gli Uffici dell’Autorità Nazionale UAMA, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Farnesina, Roma

Presentazione

di Michele Esposito, Ministro plenipotenziario, già Direttore Autorità Nazionale UAMA, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Farnesina, Roma

L’incontro con Piero Orlando e con la sua arte “materica” è stata una scoperta straordinaria per me che, da più di venti anni, seguo con costante attenzione e passione l’arte contemporanea. All’originalità della metodica di creazione, un mondo antico che conserva intatta la sua attualità e la sua incisività, si associa una capacità coinvolgente e innovativa di tradurre in realtà tangibile e materiale sentimenti, ricordi, attimi di vita che solo il contatto con la natura e la sua dimensione umana può dare. Da Mare d’inverno, per me “un amore a prima vista”, che raffigura la forza e la maestosità del mare, e il sentimento di sfida dell’uomo che vi si avventura, a Baia Azzurra, a Baia Rossa, a Terre emerse nella sua doppia articolazione, a Tratto di fiume, a Miraggi nel deserto, si disegna un percorso, rivelatore di una vena artistica nuova e straordinariamente ispirata, che non manca di stupire ed attrarre quanti, ospiti italiani e stranieri, attraversano le aree, che li ospitano, dell’Autorità Nazionale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Tali opere esprimono arte attraverso un tratto di eleganza e di originalità che si rinnova ogni giorno e che costituisce per noi un motivo di orgoglio e di stupore. A Piero Orlando va il mio più sincero ringraziamento per aver consentito di arricchire i nostri ambienti con le sue opere straordinarie che ci aiutano a non perdere il contatto con noi stessi e con i valori veri e fondanti della nostra umanità. (2015)

Dall’incontro, alla committenza fino ad una vera e propria sinergia. La collaborazione con Piero Orlando si è evoluta in un’unità d’intenti che ha portato prima ad utilizzare l’immagine di una sua opera, Ascesa lunare, per trasferire su tela ed adornare il portone d’ingresso dell’Autorità Nazionale e poi ad impreziosire la struttura con un’opera creata su misura per l’intera parete che si svela all’osservatore aprendo proprio la porta di accesso. Il Faro nella nebbia che, con il suo tondo bianco, ospita il logo dell’Autorità nazionale in una fusione di significati: il guardiano solitario, guida salvifica per gli uomini di mare e la struttura garante che vigila sul rispetto delle norme che la comunità internazionale si è data per la difesa e la pace.


L’ingresso dell’Autorità Nazionale è stato ulteriormente arricchito dal Prode paladino, un totem di Orlando che con i suoi pieni e vuoti e la sua figura geometrica arancione in alto fa da contraltare ad un altro totem, di Graziano Leonardelli, caratterizzato da tasselli concavi e convessi ed una sfera scura in alto. Ma l’opera che più rappresenta la collaborazione tra l’Autorità Nazionale e Piero Orlando è senza dubbio Paesaggio Dalì, un trittico che l’artista ha realizzato per accogliere tre bassorilievi, riproduzioni di opere del Maestro Dalì, che la struttura ha ricevuto in affido dal Corpo della Guardia di Finanza nell’ambito dei rapporti istituzionali che intercorrono tra le due Amministrazioni. L’opera è il frutto di un’intensa fase di studio, analisi e coesione tra Piero ed alcuni miei collaboratori che si sono uniti per dare forma al progetto “Arte per l’Arte” in cui un artista emergente si confronta con il genio creativo di un grande maestro, alla ricerca di un elemento in comune … “l’orizzonte”.

A Piero rinnovo il mio sentito ringraziamento per aver impreziosito i locali dell’Autorità Nazionale, dando nuove opportunità di riflessione ai suoi “abitanti” ed ai graditi ospiti. (2016)

Fotografie di Mario Folchi

Opere di Piero Orlando in esposizione presso gli Uffici dell’Autorità Nazionale UAMA del Ministero Degli Affari Esteri

di Silvana Bonfili*

Nel 2015 Piero Orlando ha la preziosa opportunità di esporre, in comodato d’uso, ben 11 opere selezionate tra i suoi più significativi lavori, presso la sezione dell’Autorità Nazionale UAMA del Ministero degli Affari Esteri, occasione concessa grazie alla profonda sensibilità che il Ministro plenipotenziario On. Michele Esposito riveste nei confronti dell’arte contemporanea. I grandi e luminosi spazi del complesso realizzato negli anni Trenta dello scorso secolo dagli architetti razionalisti Del Debbio, Foschini e Morpurgo, si confermano anche in questo caso un’area di allestimento che nulla ha da invidiare ai grandi musei d’arte contemporanea. Le opere di Orlando situate nei corridoi dell’Autorità Nazionale e nello studio del Ministro Esposito si susseguono attraverso un itinerario insolito e coinvolgente che si apre attraverso la grande porta a due ante, porta d’ingresso al settore Autorità Nazionale UAMA, decorata con una riproduzione a stampa dell’opera di Orlando Ascesa lunare 1 di 3 del 2012, e si inseriscono, ben posizionate nel contesto dei grandi spazi, a rappresentare una sorta di antologica esemplificativa del percorso decennale, finora intrapreso dall’artista. Accomuna gran parte delle opere della raccolta la tecnica operativa di Orlando basata, come precedentemente evidenziato, su una paziente e sapiente lavorazione manuale accompagnata dalla ricerca sperimentale dei materiali, che l’artista elabora dando vita a creazioni plastiche arricchite dalla pittura. Partendo dal legno multistrato che l’artista organizza spazialmente con gli strumenti del mestiere e ottenuta una nuova superficie, ricca di rinnovati effetti percettivi, inserisce via via un agglomerato materico di sabbia e minuscoli sassi sul quale, nella fase finale del lavoro, stende la pittura ad acrilico. Procedimento complesso e elaborato che sottende un ideale di consonanza tra le varie fasi di lavorazione e il linguaggio che le unisce.
Una vena ironica unita ad una sottile alchimia contraddistinguono la composizione totemica del 2015 Il prode paladino: l’installazione, fruibile recto e verso, realizzata in multistrato intagliato e dipinto, sembra alludere alla tipologia iconografica del doppio autoritratto. L’effige è speculare: l’elemento geometrico del quadrato campeggia ad evocare senso di solidità e di fermezza. Le due rappresentazioni gemelle si stagliano con razionale impostazione e sembrano trattenere, attraverso l’innesto del quadrato contenuto nel rettangolo, una simbologia di energie vitali e concettualmente rappresentative. E il riferimento alla giustizia e alla legalità, delle quali il quadrato è simbolo adottato dai pitagorici, si fa più palese se pensiamo alla professione di avvocato esercitata da Piero Orlando. La composizione dell’opera del 2015, Faro nella nebbia, si contrappone alla precedente per la presenza della figura geometrica del cerchio: l’elemento circolare, emblema di fluidità e dinamicità, opposto al quadrato dei totem, sembra alludere alla rappresentazione dell’universo e della sua perfezione. Nei paesaggi Miraggi nel deserto del 2013 e Mare d’inverno del 2014 il duplice registro di pittura e scultura domina il linguaggio con rigore compositivo, accentuato dal contrasto dei colori freddi dell’acrilico stemperati sul legno intagliato, i quali creano l’effetto materico della pittura a spatola. Le linee orizzontali suggeriscono visioni vaghe ma suggestive di paesaggi reali, territori o oceani dei quali Orlando coglie e cattura più che la visione realistica l’atmosfera evocativa di luce e colore. Mentre Terre emerse del 2010, Baia rossa e Baia Azzurra del 2014, le tre opere appartenenti al ciclo delle Isole e lidi, ci mostrano i particolari di un paesaggio geografico dove dal mare, che in alcuni casi si fa di un colore rosso vivo, emergono i territori delle isole, realizzati con un amalgama materico di sabbia e altri piccoli oggetti a rendere con più efficacia la sensazione di un territorio di origine vulcanica o rocciosa. Il lavoro trae ispirazione dall’indagine del tema dell’isola, in particolare l’isola greca di Cefalonia, ricca di storia legata all’Italia e di paesaggi incontaminati di macchia mediterranea. La narrazione del paesaggio viaggia su binari paralleli: la rappresentazione particolare di alcune isole si ispira alla tecnica fotografica aerea, utilizzata per mappare il territorio da parte dall’Aeronautica Militare e dall’Istituto Geografico Militare e sembra alludere a paesaggi naturali reali, ma la visione che Orlando ci restituisce è la sintesi percettiva di un’impressione. Attiva e concreta è la collaborazione che coinvolge Orlando, appassionato di mare e di imbarcazioni, in un’interessante iniziativa che lo vede ormai dal 2013 interagire nel prestare la sua eclettica dinamicità e l’operosa collaborazione nella manifestazione Yacht Med Festival5, che si svolge nella splendida cittadina laziale di Gaeta, per promuovere l’interazione tra arte contemporanea e interior yacht design. La creatività di Orlando si esplica in molteplici attività nell’ambito del festival: allestimenti, organizzazione e cura di esposizioni e iniziative quali il progetto Maredentro realizzato con installazioni multi- sensoriali all’interno di alcune imbarcazioni o attraverso l’esposizione di alcuni dei suoi lavori dedicati al mare, in collaborazione con Assonautica Italiana ed Euromediterranea, Assonautica Molise e Italia Nostra, in particolare con la Sezione di Campobasso Molise. Le diverse forme espressive che Piero Orlando sperimenta da anni acquistano particolare risonanza in un’opera plastica quale Cristalli materici del 2013, vera e propria scultura intagliata che esalta la molteplice duttilità del legno, materia che si presta ad ogni modulazione formale, e che conserva, in questo caso, ancora intatta una sorta di energia vitale attraverso la costruzione plastica per spigoli (cristalli) e volumi solidi. Se è vero che ogni opera di un artista racchiude in sé tracce autobiografiche, Giurisprudenza consolidata, 2012, è l’opera di Orlando nella quale più si manifestano la componente identificativa del suo trascorso nel campo giuridico-amministrativo e il legame indissolubile con suo padre. In bilico tra l’antica tradizione del libro d’artista e l’arte concettuale, l’opera si compone di dieci fascicoli originali del Consiglio di Stato del 1999, anno nel quale è scomparso suo padre, trattenuti da una morsa ad imitare la tecnica edilizia di consolidamento dei muri. I volumi originali sono così serrati e indivisibili l’uno accanto all’altro, il legno multistrato intagliato fa da copertina all’intera serie che poggia su una base anche questa in multistrato. E’ lo stesso titolo che suggerisce come in un gioco di parole il senso di appartenenza ad una professione e nello stesso tempo l’affermazione di un percorso artistico intrapreso e ormai consolidato. Una dichiarazione di personale poetica: i fascicoli, reali e tangibili strumenti di lavoro, restano bloccati tra l’evidente materialità fisica e l’impercettibile linguaggio dell’arte.

Si colloca in un intervento di valorizzazione e di recupero il progetto denominato L’Arte per l’Arte, che vede la collaborazione tra il Corpo della Guardia di Finanza, il Ministro Plenipotenziario Esposito e lo stesso Orlando. Nel 2014 tre formelle placcate in oro e ispirate alla produzione di Salvator Dalì, sequestrate dalla Guardia di Finanza, sono state consegnate al Nucleo di Polizia, con l’opportunità di essere esposte in una nuova veste presso le sale dell’UAMA. La non facile impresa di coniugare i tre pezzi rinvenuti in una rinnovata creazione artistica, per essere esposti e fruiti fuori da ogni dubbio e ambiguità, è stata affidata all’artista Piero Orlando. Dall’insolito connubio scaturisce il trittico Paesaggio Dalì, e l’attitudine di Orlando alla contaminazione interagisce a favore di una narrazione più omogenea dei tre episodi rappresentati, la coesistenza di tecniche e materiali così contrastanti propone, quindi, un terreno idoneo ad una nuova sfida, dove emerge il tema letterario del Don Chisciotte. L’uomo controcorrente e incompreso, a disagio nel tempo in cui vive, pronto a rifuggire dalle mediocrità del quoti- diano nel ricreare un mondo fantastico a sua immagine e somiglianza, l’hidalgo che intraprende il viaggio ideale verso un altrove, come ricerca e bisogno di assoluto, occasione di “perdersi” in territori interiori inesplorati e sconosciuti a se stesso, inoltrandosi in percorsi fuori rotta e dai più considerati follia. In poche parole la metafora dell’artista e della potenzialità salvifica dell’arte.

*Silvana Bonfili

Curatrice storica dell’arte presso la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, fin dal 1980 ha ricoperto incarichi di responsabilità come curatrice in alcuni tra i più importanti musei del polo Museale Capitolino Musei in Comune. E’ stata curatrice presso il Museo di Roma, la Galleria d’Arte Moderna di Roma per la quale ha curato e organizzato la Sezione Didattica e numerose mostre e pubblicazioni (1996/1999-2002-2006). Curatrice delle collezioni e delle mostre, responsabile della Sezione Didattica presso il MACRO, Museo di Arte Contemporanea di Roma (2000-2002), ha curato e organizzato numerose mostre e iniziative culturali e scientifiche. Dal 2007 è stata responsabile del Museo e dell’Archivio della Scuola Romana presso Villa Torlonia, per i quali ha curato numerose mostre e pubblicazioni. Dal 2012 è responsabile del Museo di Roma in Trastevere per il quale cura e coordina le numerose attività espositive, culturali e le pubblicazioni che si realizzano.